Nel 1918 l’Impero
britannico si poteva considerare la maggior potenza del mondo. Nella Prima
guerra mondiale le nuove conquiste ne avevano allargato le frontiere fino a
comprendere un quarto delle terre emerse. Nonostante l’esteso autogoverno nei
domini “bianchi”, l’Impero britannico funzionava soprattutto come unità
politica. In quel periodo la maggior parte della gente credeva che questo
esteso dominio sarebbe durato per generazioni. Era l’impero sul quale “non
tramonta mai il sole”, un’istituzione stabile, una parte del normale ordine
mondiale. Ma nel giro di cinquant’anni svanì, lasciandosi dietro un nebuloso
Commonwealth dall’incerto avvenire. L’Impero britannico risultò, così, una
situazione provvisoria, un semplice sogno. Questo volume, che esce in un
periodo in cui si parla di “Brexit”, rievoca le cause più salienti che
portarono a questa incredibile trasformazione. Racconta le peculiari
personalità che vi contribuirono, dal politico santo e filosofo incarnato da
Gandhi al brillante capo guerrigliero rappresentato dal generale Grivas. Rivela
le logiche strategiche con cui l’Impero britannico era guidato, sia ad alto
livello politico sia al livello delle migliaia di giovani provenienti dalle
scuole pubbliche inglesi, inviati a dirigere gli affari di milioni di persone
in ogni continente. Senza trascurare significativi scorci su ciascuno dei
cinquanta territori che hanno formato l’Impero britannico, dalla minuscola
Sant’Elena al subcontinente indiano. Ma soprattutto fornisce una convincente e
affascinante spiegazione alla principale domanda: perché la potente macchina
dell’Impero britannico si è arrestata?
Colin Cross, nato a
Cardiff nel 1928, ha studiato alla Portsmouth Grammar School e al Queen’s
College di Cambridge. Ha fatto parte della redazione dell’Observer di Londra e
ha viaggiato per diciotto anni fra Africa, Asia e Medio Oriente. Maturò l’idea
di scrivere questo libro passeggiando per il viale King George V di Gerusalemme
nel 1964: il nome della strada lo colpì perché sembrava mostrargli quanto fosse
estesa un tempo la potenza britannica; decise così di illustrarne le ragioni
del crollo. Ha inoltre scritto numerosi libri sul fascismo inglese, sul Partito
liberale inglese prima del 1914 e su Philip Snowden, pioniere del Partito
laburista.
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