lunedì 3 settembre 2018

Con Folon … l’uomo invisibile di Donato Di Poce inizia l’era degli ebook d’artista






















L’idea nasce dal desiderio di promuovere la cultura d’arte e degli artisti contemporanei attraverso un progetto editoriale alla portata di tutti (lo smartphone ce l’hanno un po’ tutti oramai) ma soprattutto che consenta di far conoscere o approfondire percorsi  estetici, performativi ed artistici che molto spesso o fanno parte di pubblicazioni ad “alto prezzo di copertina” o magari vengono superficialmente trattati nelle riviste d’arte o negli studi della Storia dell’Arte. E allora Stefano Donno, già editore de I Quaderni del Bardo Edizioni, lancia la sfida progettuale che viene accolta da subito dallo scrittore, poeta e critico d’arte Donato Di Poce il quale omaggia la casa editrice chiamando i’iniziativa editoriale i Quaderni d’Arte del Bardo.  Il primo ebook d’arte o d’artista Donato Di Poce lo dedica ad una grande artista contemporaneo Jean-Michel Folon (Uccle, 1º marzo 1934 – Principato di Monaco, 20 ottobre 2005) illustratore, pittore e scultore belga la cui cifra è stata sempre individuabile nella poiesi di visi uniformi, abiti spesso scuri, colori sfumati dal blu al malva con predilezione per l'acquarello.
“Quando muore un Artista e un poeta che ci ha lasciato dentro delle grandi emozioni come Folon, ci si sente tutti un po’ più soli e più poveri, ma noi che restiamo, abbiamo la fortuna di poter godere ancora delle sue opere, del suo insegnamento e della sua lezione di vita. In Italia Folon era molto conosciuto e molto amato non solo da studiosi e critici come Giorgio Soavi, Cristina Taverna, Marilena Pasquali, Aldo Grasso e altri, ma anche dal grande pubblico delle nostre città che ha apprezzato stupefatto e incantato le sue illustrazioni di libri, i suoi manifesti e murales pubblicitari per OLIVETTI, SNAM, ITALGAS, GALLERIA NUAGES. Personalmente ammiro Folon per il suo coraggio di inseguire sempre i suoi sogni, infatti nel ’55 interrompe i suoi studi di architettura e si dedica esclusivamente all’arte e al disegno, o come quando nel 1990 rifiutando di cullarsi sugli allori e godersi la meritata fama internazionale di pittore e illustratore, inizia e vince la sua scommessa con la scultura. E lo fa non solo con la forma più classica della scultura (legno, marmo e poi la materia preferita, il bronzo) ma innestando nella materia la sua capacità visionaria e la sua voglia do sognare(come per l’altro grande artista belga Magritte), di volare e di toccare il cielo, dimostrando a tutti che uomo libero, creativo, invisibile, impalpabile e generoso fosse.” (Donato Di Poce)
Donato Di Poce

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