Oggi 15 dicembre 2017
alle ore 18.30 nella Sala Consiliare “Mario Gorgoni” del Palazzo Ducale dei
Castromediano a Cavallino. Ad aprire la serata saranno i saluti del sindaco di
Cavallino Avv. Bruno Ciccarese Gorgoni, mentre a dialogare con l'autore saranno
il Professor Giancarlo Vallone, Preside della Facoltà di Giurisprudenza
dell'Università del Salento e il Dottor Giuseppe Pascali, giornalista de la
Gazzetta del Mezzogiorno e scrittore.
Il libro - Originalissimo
il testo in cui dopo tante pizziche e notti melpignanesi è proprio la tanto
" bistrattata, odiata e amata, adulata e disprezzata, incensata e
criticata, vezzeggiata e maltrattata" Taranta ad esserne la protagonista.
È proprio lei la Lycosa Tarantola ad infrangere il velo di omertà e dire tutto
quello che pensa del Salento, dei politici, della notte della Taranta e delle
tarantate. E lo fa scrivendo delle lettere ad un essere umano di cui
probabilmente non conosce neanche il nome, ma che è l'interlocutore più adatto
ad accogliere le sue opinioni e i suoi sfoghi confidenziali, finalmente libera
dalle catene di tradizioni e grottesche maldicenze. Le lettere sono precedute
da uno sfogo vocale che l'autore traspone in dialetto e poi parte il racconto
storico che non lascia spazio alla noia. Tutto è condotto con accuratezza di
dettagli e con grande semplicità, catturando il lettore ansioso di scoprire
aneddoti ed episodi storici, e quasi “mitologici” un po' forse dimenticati che
si sono succeduti negli stessi vent'anni della notte melpignanese e che
riaffiorano nella memoria con grande godimento. Il contenuto all'interno delle
lettere è quasi sfacciato, perché la Taranta si toglie finalmente tanti"
sassolini nelle scarpe" (proprio come il titolo della collana editoriale
diretta dallo stesso Gorgoni) rivelando cose viste entrando in quei luoghi dove
gli umani non avevano accesso. Lo sfogo di una taranta non può certo incorrere
in accuse partitiche e per questa sua immunità è libera di raccontarci fatti ai
più sconosciuti. Dalle prime forme di tarantismo alla sua quasi sparizione con
le prime emigrazioni verso il nord anche da parte delle donne, con le
assunzioni nelle fabbriche quando il morso che provocava convulsioni sincopate
viene sostituito dal valium o da una seduta dal parrucchiere. La scrittura ha
il ritmo sincopato del tamburello ancestrale, e chi legge è preso nel vortice
delle notizie e degli episodi raccontati. Parallelamente ai vent'anni della
notte della Taranta nulla viene dimenticato. La politica con eventi non sempre
edificabili, gli antropologi, gli scienziati, gli anni cinquanta, la
televisione, il muro di Berlino, l'Ilva, la democrazia, la prima Repubblica, i
vari politici che nel Salento hanno fatto il buono e il cattivo tempo, i flussi
migratori e l 'incapacità di trarne beneficio derivante da altre culture. Non
vengono tralasciati neanche Ovidio e le sue Metamorfosi, Plutarco, l'Odissea ,
l'Iliade e Dante. La Taranta nelle sue lettere non dimentica di criticare
personaggi che si sono mossi nell'ambito della kermesse di Melpignano, ma fa
anche tanti elogi a chi aveva capito sin dall' inizio il senso vero di quella
manifestazione. Chi pensava, avendo in mano il libro, di trovarsi dinanzi ad
una favola moderna avrà la piacevole sorpresa, leggendolo, di avere in mano un
pezzo di storia ironicamente descritta dall'autore con la sua solita penna
insolente
Raffaele Gorgoni,
giornalista, è inviato speciale della tgr Rai. Ha pubblicato Periferia infinita
– Storie d'altra Mafia, Lo scriba di Casole, L'oratorio della peste, Communysm
Bed & Breakfast per i tipi di Besa Editrice
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