mercoledì 5 settembre 2018

Franco Colnaghi di Donato Di Poce






















“Nell’arte di Franco Colnaghi, la leggerezza attraversa tutto il suo percorso di ricerca e sperimentazione, di espressione e di tensione etica e stilistica, a partire dai primissimi disegni astratti degli esordi, per arrivare agli alberi soffiati sulla materia degli anni ’90 sino alle scatole e alle esili filiformi sculture, al ciclo “Città dei poeti “ e alla ”Leggerezza” delle recentissime opere. Nel caso di Colnaghi, la leggerezza esprime sia qualità formali che poetiche, la sua è una ricerca incessante sia nei temi (paesaggi astratti, ideogrammi cinesi etc…), che nella ricerca e sperimentazione materica (dall’utilizzo del legno al filo di ferro al cemento), un esercizio continuo di nuove forme, modi ed espressioni, che solo dai neofiti e dai detrattori incapaci di “leggerezza”, vengono scambiate per incoerenza stilistica e tematica. Ai nostalgici della classicità e dei canoni della moda e del mercato, ai detrattori della sperimentazione che accusano di vaghezza e casualità, ricordo solo una riflessione di Pindaro: “Il sapere e la vita, invece di essere una dimora stabile, sono una strada”. Così come per Colnaghi la “leggerezza” non è solo una conquista, ma una via, una strada per accedere con precisione e libertà espressiva, al mondo del gioco, della fantasia, della felicità, della spontaneità espressiva, della fluttuazione materica, del movimento, la “leggerezza” per il nostro artista diventa la chiave di accesso alla visionarietà, alla semplicità, alla poeticità, che sono gli unici valori fondanti e importanti dell’essere e del divenire di un’anima “leggera”, in cammino verso l’invisibile, praticando la “leggerezza” come un’oasi di senso e un altrove denso di verità e bellezza.” (Donato Di Poce)

Photo by Maxime Le Conte des Floris on Unsplash

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